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Secondo Capitolo Episodio 0 - L'altra parte

Immagine del redattore: Ilaria BuccaIlaria Bucca

Aggiornamento: 25 ott 2024

Uoooo ragazzi che salto. Davvero io non credo di aver fatto una salto così in tutta la mia vita, mai, di aver percepito l'aria scivolarmi addosso, di essermi sentita così leggera e così, così… così piena di vita, cavolo erbino! Ero ancora tutta agitata, tutta scossa, tutta che tremavo e non per la paura, finalmente. Che botta di vita, un sacco di adrenalina mi circolava in corpo e mi dava così tanta forza vitale che io saltavo e saltavo e saltavo e cantavo a squarciagola di gioia… e ci misi un po’ a calmarmi. 

Quando finalmente successe, dopo essermi accovacciata esausta sull’erba umida della riva del fiume, mi guardai intorno. Com’era bella l’altra parte, così uguale e così diversa da quella dove vivevo prima. Gli alberi, l’erba, i fiori, gli insetti e gli animali, che intravidi da lontano, erano gli stessi, ma i colori e gli odori mi sembravano più intensi. L’aria era più leggera e frizzante, mi penetrava le narici, facendo lo stesso effetto dell’acqua gasata. Il bosco era… ancora più magico di prima. La sua vitalità era travolgente, come se ogni forma di vita che lo abitava si fosse riempita di un’energia vitale pulsante e generatrice. Insomma, non so come spiegarvelo meglio se non con una parola che uso spesso e secondo me è molto eloquente: 

“Wow”, esclamai stupita.


Per un po’ bigellonai allegra saltellando da un sentiero all’altro, alla scoperta di quel posto fantastico. Anche qui, incontrai tassi, procioni, castori e cinghiali, ma non vi prestai attenzione. Non nego che anche in questo bosco c’erano i lupi, anzi ogni tanto li sentii anche ringhiare, ma ormai il mio udito era così fino che li avvertivo da molto lontano e, con saggezza, anche se con le gambe tremanti, me ne allontanavo.

Pensavo alla mia nuova vita e a come ero stata coraggiosa e saggia. Mi riconoscevo meriti che fino ad allora non pensavo fossero miei: spirito d’avventura, intelligenza, curiosità, sensibilità e, perché no, anche talento. 

“Il mio”, pensavo “è un talento raro: quello di saper vedere la vita per quello che è, ma di prenderne il meglio e trasformarlo in una splendida avventura”

In altre parole, non ve lo nego, almeno il primo mese lo trascorsi ad auto- elogiarmi. Lo so, lo so, non sta bene (o almeno così si dice…), ma non mi interessava per niente. Anzi, sapete una cosa? Continuo a farlo ogni tanto, anche adesso, magari mangiando un bel pezzo di cioccolato (eh sì, anche le pecore amano il cioccolato, ma solo le più raffinate), mentre guardo il cielo stellato e la luna piena. 


Dopo un po’, però, come sempre, iniziai ad annoiarmi.

“E adesso”, riflettevo fra me e me “che faccio, con questa nuova splendida vita?”

Ma le risposte non tardarono ad arrivare, e furono tante altre avventure, che ora vi andrò a raccontare…


 
 
 

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